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Curriculum e Personalità

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Ovvero...dimmi come scrivi il tuo CV e ti dirò chi sei!

Può sembrare un po' azzardata un'affermazione del genere, considerando i lunghi colloqui ed i differenti test di personalità che uno psicologo così come un selezionatore deve (o quantomeno...dovrebbe) fare per avere una visione quanto più possibile accurata e completa della persona che ha di fronte!

In realtà sappiamo bene che qualunque aspetto della persona, qualunque comportamento comunichi di per sè tante preziose informazioni sulle caratteristiche della persona stessa. Come si dice: "Un indizio non fa una prova", ma raccogliere più elementi e integrarli tra loro è indispensabile.

Ebbene, dopo aver visionato centinaia e centinaia di CV, posso dire che sia la forma che il contenuto del CV possono darci più di un indizio sulle caratteristiche della persona, che poi chiaramente vanno indagate più a fondo.

Che cosa quindi si può "estrarre da un CV" (se lo si sa leggere, ovviamente)?

Partiamo dalla forma.

1) Un Cv può essere molto curato come aspetto grafico, oppure estremamente semplice.

Nel primo caso è probabile (ma, ci tengo a ribadirlo, va verificato poi successivamente in un colloquio) che la persona sia piuttosto accurata e precisa, attenta anche all'aspetto esteriore. Se la forma del CV è molto elaborata graficamente, è probabile che si tratti di una persona creativa ed estrosa. Se però la parte grafica è eccessiva, tanto da "soffocare" il testo, questo può denotare una certa superficialità, ossia un'attenzione più alla forma che non alla sostanza.

Al contrario, un CV molto semplice può denotare una persona che si interessa di più alla sostanza delle cose e che preferisce non mettersi in mostra, ma essere sobria. Se questa caratteristica è molto marcata, potrebbe segnalare una scarsa consapevolezza del proprio valore professionale e/o una bassa autostima.

2) Sempre per quanto riguarda la forma, ci sono CV molto dettagliati, scritti spesso in modo discorsivo e descrittivo, e CV sintetici, che nella forma più "essenziale" presentano solo una lista delle attività svolte e dei relativi periodi di lavoro.

Nel primo caso potremmo trovarci davanti delle persone tendenzialmente estroverse e loquaci, con uno stile di pensiero poco schematico, che a volte può essere un po' ridondante.

Nel secondo caso è probabile che si tratti di persone più introverse, di "poche parole", o che ritengono di avere esperienze così semplici o poco significative che non meritano di essere descritte più nel dettaglio. Anche in questo caso potrebbe trattarsi di una bassa valutazione di sè...oppure semplicemente che avendo molte esperienze di lavoro hanno scelto di indicarle su una riga per avere un CV più breve. In questo modo però il rischio è che il CV risulti anche povero di informazioni per il selezionatore.

Quindi, come ho scritto nella Guida al CV, sia un'eccessiva prolissità che un'estrema sintesi sono deleteri!

Per quanto riguarda il contenuto, l'aspetto, di solito piuttosto evidente in un profilo, è se il percorso professionale sia stato lineare e coerente, piuttosto che molto variegato ed "eclettico".

Questo è un punto chiave del CV perchè, come abbiamo detto sulla Guida e anche su alcuni articoli, aver svolto dei lavori coerenti o comunque affini l'uno all'altro, comunica al selezionatore il fatto che la persona abbia le idee chiare sul suo obiettivo professionale, e che abbia una motivazione ben definita.

Pertanto è consigliabile per chi abbia un percorso frastagliato (di solito legato al fatto di aver preso i lavori "che si trovavano", senza sceglierli), di individuare chiaramente la propria meta, di tracciare il filo rosso che unisce le esperienze e di esprimere la propria motivazione chiaramente sulla lettera di presentazione.

Ora voi vi chiederete: "I selezionatori riescono davvero a comprendere la personalità o comunque le caratteristiche più spiccate della persona solo leggendo il CV"? La risposta è: "Dipende".

Per prima cosa bisogna vedere se il selezionatore sta operando la primissima selezione (il cosiddetto screening dei CV) che di solito è molto molto rapido (anche solo pochi secondi), perchè in questa fase il suo obiettivo è cercare solo quei requisiti che gli servono (es: titolo di studio, anni di esperienza professionale, ultima/e esperianza/e). Solo nella seconda fase, che porta poi alla richiesta di un colloquio, egli analizza più nel dettaglio il CV e, solitamente, si segna i punti chiave che poi intende approfondire.

La capacità di sapere leggere "tra le righe" di un curriculum, infine, dipende dalla soggettività del selezionatore stesso: c'è chi ha la sensibilità personale ed anche una formazione professionale che lo aiuta in questo, e c'è chi invece presta massima attenzione agli aspetti oggettivi del CV (cosa il candidato ha fatto, per quanto, che risultati ha ottenuto, ecc).

In che modo sapere tutto questo può aiutarci nella redazione del CV?

Sicuramente ci aiuta a fare attenzione a

  • mettere in luce le nostre principali qualità
  • curare sia la forma che il contenuto del CV
  • valorizzare sia le nostre competenze tecniche (legate alle esperienze professionali svolte) che quelle trasversali (che attengono alla nostra personalità)

Infine, è fondamentale utilizzare la lettera di presentazione per completare e arricchire il nostro CV: infatti la lettera ci può aiutare ad esprimere la nostra unicità, le nostrecompetenze distintive, ed anche la nostra motivazione a svolgere quel determinato lavoro proprio in quell'azienda!

 


di Mariangela Tripaldi
Psicologa del Lavoro abilitata, Coach specializzata nella Crescita professionale e nello Sviluppo di Carriera e Fondatrice di Coachlavoro.com.
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Può sembrare un po' azzardata un'affermazione del genere, considerando i lunghi colloqui ed i differenti test di personalità che uno psicologo così come un selezionatore deve (o quantomeno...dovrebbe) fare per avere una visione quanto più possibile accurata e completa della persona che ha di fronte!

In realtà sappiamo bene che qualunque aspetto della persona, qualunque comportamento comunichi di per sè tante preziose informazioni sulle caratteristiche della persona stessa. Come si dice: "Un indizio non fa una prova", ma raccogliere più elementi e integrarli tra loro è indispensabile.

Ebbene, dopo aver visionato centinaia e centinaia di CV, posso dire che sia la forma che il contenuto del CV possono darci più di un indizio sulle caratteristiche della persona, che poi chiaramente vanno indagate più a fondo.

Che cosa quindi si può "estrarre da un CV" (se lo si sa leggere, ovviamente)?

Partiamo dalla forma.

1) Un Cv può essere molto curato come aspetto grafico, oppure estremamente semplice.

Nel primo caso è probabile (ma, ci tengo a ribadirlo, va verificato poi successivamente in un colloquio) che la persona sia piuttosto accurata e precisa, attenta anche all'aspetto esteriore. Se la forma del CV è molto elaborata graficamente, è probabile che si tratti di una persona creativa ed estrosa. Se però la parte grafica è eccessiva, tanto da "soffocare" il testo, questo può denotare una certa superficialità, ossia un'attenzione più alla forma che non alla sostanza.

Al contrario, un CV molto semplice può denotare una persona che si interessa di più alla sostanza delle cose e che preferisce non mettersi in mostra, ma essere sobria. Se questa caratteristica è molto marcata, potrebbe segnalare una scarsa consapevolezza del proprio valore professionale e/o una bassa autostima.

2) Sempre per quanto riguarda la forma, ci sono CV molto dettagliati, scritti spesso in modo discorsivo e descrittivo, e CV sintetici, che nella forma più "essenziale" presentano solo una lista delle attività svolte e dei relativi periodi di lavoro.

Nel primo caso potremmo trovarci davanti delle persone tendenzialmente estroverse e loquaci, con uno stile di pensiero poco schematico, che a volte può essere un po' ridondante.

Nel secondo caso è probabile che si tratti di persone più introverse, di "poche parole", o che ritengono di avere esperienze così semplici o poco significative che non meritano di essere descritte più nel dettaglio. Anche in questo caso potrebbe trattarsi di una bassa valutazione di sè...oppure semplicemente che avendo molte esperienze di lavoro hanno scelto di indicarle su una riga per avere un CV più breve. In questo modo però il rischio è che il CV risulti anche povero di informazioni per il selezionatore.

Quindi, come ho scritto nella Guida al CV, sia un'eccessiva prolissità che un'estrema sintesi sono deleteri!

Per quanto riguarda il contenuto, l'aspetto, di solito piuttosto evidente in un profilo, è se il percorso professionale sia stato lineare e coerente, piuttosto che molto variegato ed "eclettico".

Questo è un punto chiave del CV perchè, come abbiamo detto sulla Guida e anche su alcuni articoli, aver svolto dei lavori coerenti o comunque affini l'uno all'altro, comunica al selezionatore il fatto che la persona abbia le idee chiare sul suo obiettivo professionale, e che abbia una motivazione ben definita.

Pertanto è consigliabile per chi abbia un percorso frastagliato (di solito legato al fatto di aver preso i lavori "che si trovavano", senza sceglierli), di individuare chiaramente la propria meta, di tracciare il filo rosso che unisce le esperienze e di esprimere la propria motivazione chiaramente sulla lettera di presentazione.

Ora voi vi chiederete: "I selezionatori riescono davvero a comprendere la personalità o comunque le caratteristiche più spiccate della persona solo leggendo il CV"? La risposta è: "Dipende".

Per prima cosa bisogna vedere se il selezionatore sta operando la primissima selezione (il cosiddetto screening dei CV) che di solito è molto molto rapido (anche solo pochi secondi), perchè in questa fase il suo obiettivo è cercare solo quei requisiti che gli servono (es: titolo di studio, anni di esperienza professionale, ultima/e esperianza/e). Solo nella seconda fase, che porta poi alla richiesta di un colloquio, egli analizza più nel dettaglio il CV e, solitamente, si segna i punti chiave che poi intende approfondire.

La capacità di sapere leggere "tra le righe" di un curriculum, infine, dipende dalla soggettività del selezionatore stesso: c'è chi ha la sensibilità personale ed anche una formazione professionale che lo aiuta in questo, e c'è chi invece presta massima attenzione agli aspetti oggettivi del CV (cosa il candidato ha fatto, per quanto, che risultati ha ottenuto, ecc).

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  • mettere in luce le nostre principali qualità
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